Per realizzare un sogno non è sufficiente formularlo in modo corretto e con tutti i crismi del caso (come scritto negli articoli precedenti). Sono necessari altri ingredienti, ingredienti interiori, personali. E il primo tra questi è la motivazione.
Cos’è la motivazione? Se dovessimo utilizzare la metafora di un auto, la motivazione è il carburante. Qualcuno la confonde con il motore. No, non lo è. Il motore è un’altra cosa, e ne parlerò nel prossimo passo. La motivazione è la fonte dell’energia che ti spinge a scendere dal letto ogni mattina e intraprendere tutte le attività della giornata. È un elemento chiave e determinante. Non a caso con il serbatoio vuoto non andresti da nessuna parte!
Realizzare un sogno, qualunque sogno, richiede molta energia. Perciò devi preoccuparti di alimentare costantemente la tua motivazione.
Ne esistono di due tipi, di motivazione: 1) esterna e 2) interna.
La motivazione esterna è quella che deriva da incentivi al di fuori di te. Per esempio, nel lavoro può essere lo stipendio. Se il tuo datore ti offre un buon salario puoi essere disposto anche a svolgere mansioni poco gratificanti. Altre fonti di motivazione esterne possono essere un riconoscimento di stima o di affetto. Succede quando fai qualcosa per sentirti dire “bravo” oppure per ottenere l’affetto di chi ti sta intorno.
La motivazione esterna ha un forte limite: quando l’elemento motivatore perde il carattere motivante ti ritrovi a piedi. Mi spiego meglio: se decidi di accettare un’offerta di lavoro per lo stipendio anche se l’occupazione non è in armonia con le tue corde, nei primi mesi la retribuzione avrà un forte impatto sulla tua voglia di lavorare, ma più passa il tempo e più perderà potere, e ti sentirai demotivato. Questo spiega perché molte persone pur guadagnando bene a un certo punto decidono di mollare tutto e cambiare lavoro. Simone Perotti, nel suo libro Adesso Basta, descrive molto bene cosa succede a un manager ormai demotivato. Lo stipendio non è più un incentivo. Il serbatoio è a secco, e non c’è più nulla di esterno capace di riempirlo.
Il secondo tipo di motivazione è la motivazione interna, ossia quella che si autoalimenta per effetto del principio del piacere. In tutte le attività che ti piacciono, per esempio, giocare a pallone, andare a ballare, passare una serata con gli amici, coltivare il tuo hobby preferito, non hai bisogno di alcun incentivo per svolgerle (anzi a volte sei pure disposto a pagare!) Questo accade perché fare quello che piace è una fonte inesauribile di energia che si produce da sola. Puoi star pur certo che non rimarrai a piedi, perlomeno fino a quando quell’attività continuerà a piacerti.
La motivazione interna può essere alimentata anche dal dolore. Se hai un forte mal di denti sei disposto a subire chissà quale supplizio dal tuo dentista pur di porre termine alla sofferenza. Il dolore ha una potenza ancora più dirompente del piacere. Quando stai male trovi la forza di compiere scelte coraggiose, di buttare all’aria la tua vita perché non ne puoi più e ricominciare da capo.
Ricordati però che il dolore, come fonte di motivazione, da solo non basta. Devi comunque avere un obiettivo nel territorio del piacere perché, sebbene il dolore ti segnali ciò da cui ti vuoi allontanare, è solo il piacere che ti indica la meta e ti illumina la strada da percorrere.
Tornando al sogno quindi, fa in modo che il tuo sogno abbia una motivazione interna, profonda, legata al piacere. Se vuoi diventare scrittore ti deve piacere scrivere, se vuoi diventare un grande ballerino ti deve piacere ballare, se vuoi diventare un bravo medico devi amare prenderti cura delle persone. Sembra ovvio e banale, ma purtroppo non lo è. Capita di rincorrere sogni non per un genuino piacere ma per quello che si pensa di ottenere una volta realizzati. A volte si tratta di prestigio, fama, ricchezza. Se così fosse, la realizzazione del sogno non ti porterà gioia e felicità, ma solo delusione. Che senso ha, ad esempio, studiare anni e anni per diventare medico solo per il prestigio di indossare un camice e farsi chiamare Dottore? Ti renderà un medico migliore? Mah… ho i miei dubbi!
Bene, ricapitoliamo: per realizzare il tuo sogno coltiva la tua motivazione. Per fare questo devi chiederti: 1) Qual è la motivazione che mi spinge a perseguire il mio sogno? 2) È legata al principio del piacere? 3) Sono realmente e profondamente appassionato o cerco di perseguire obiettivi secondari? 4) Continuerei a svolgere tutte le attività connesse alla realizzazione del sogno anche se non lo raggiungo? 5) Se la risposta è no: cosa nella vita mi appassiona e mi piace più fare? 6) Se avessi una bacchetta magica, quale sogno vorrei vedere realizzato? Perché?
Cosa ne viene fuori?
Alla prossima puntata!
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Come realizzare un sogno – Passo 1: Definire il proprio sogno
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