Ai microfoni di Radio Deejay, Roberto Saviano racconta che alla prima presentazione di Gomorra alla Feltrinelli di Firenze c’erano solo tre persone. Chi erano?, mi domando. E cosa raccontano ora agli amici, ora che Roberto Saviano è un autore celebre e stimato.
Il dato, le tre persone, è un dato incoraggiante per chi come me, scrittore esordiente, si ritrova a presentare nelle librerie il proprio romanzo a un pubblico che puoi contare sulle dita di due o tre mani, quando va bene.
Ma non importa. Non importa perché quando si è in pochi, alle presentazioni, c’è un clima familiare e informale. Hai un reale contatto con chi ti ascolta, lo puoi guardare negli occhi, leggere l’espressione del volto, parlare con lui. Di fronte non ti trovi una platea anonima, no. Di fronte ti trovi Elisa, Cristiana, Susanna, Laura, Massimo, Francesco, Mauro. Persone con cui instauri un contatto personale, con cui ti confronti, con cui ti fermi a fine presentazione a parlare del più e del meno.
Quello che sto scoprendo è che ogni presentazione è un’occasione speciale in cui incontro persone speciali. Quindi non sto a contare il numero, perché anche se ci fosse un’unica persona, io la presentazione la farei con lo stesso entusiasmo, solo per lei.
E poi ti arrivano le e-mail che ti caricano, come quella di Elisa che si permette di disturbarmi “solo per farti ancora tanti complimenti per giovedì sera, è stata davvero una stupenda presentazione! Mi scuso anche perché, da buona emotiva, mi sono resa conto di essermi espressa un po’ fantozzianamente… Da come l’ho messa sembra mi sia solo scompisciata dall’inizio alla fine del libro… Ritengo sia sbagliato e ingiusto lasciarti solo questo feedback! In realtà ti devo ringraziare per aver trattato con delicatezza il rapporto padre-figlio, mi ci sono un po’ rivista nel rapporto con mia madre e averlo sentito letto da qualcun’altro mi ha fatto uno strano effetto, complicato da spiegare, ma mi ha emozionato tanto. Ora basta, non ti tedierò oltre, ci tenevo solo a fartelo sapere. Acci, avessi lo studio più vicino mi sa che ti estinguerei io il mutuo!“. E che poi mi racconta che sono “ufficialmente il nuovo idolo dell’area-cani dietro casa mia, la sig.ra Lidia, infatti, (siamo “amiche di cane”) è da giovedì che racconta a tutti del tuo libro, come sponsor riesce a essere ancora più vicina allo stalking di me! Sono stati tutti entusiasti e so cosa regalare per il compleanno a chi mi ha tirato il pacco!!! 😉 Ti auguro di cuore un buon proseguimento! Tienimi aggiornata!!! E, se puoi, tienimi anche quel posticino per la notte degli Oscar!”
Che questa storia degli Oscar, la butto sempre lì. Che a quei pochi presenti, i miei primi lettori, un giorno, quando il film Cassonetti, tratto dal romanzo, sarà in lizza per la notte degli Oscar, dico che potranno farsi grossi con gli amici per essere stati tra i primi a leggere Cassonetti quando ancora Gianluca Antoni era sconosciuto e ignorato, un po’ come Roberto Saviano alla presentazione alla Feltrinelli di Firenze. Ma che ogni tanto mi parte il delirio di grandezza, beh, è risaputo… chiedetelo al mio psicoanalista!
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