Ci sono giornate che tutto fila liscio e sei baciato dalla fortuna. Giornate in cui ti senti al posto giusto nel momento giusto. Giornate che ti alzi che c’è il sole anche se era prevista pioggia. Giornate che arrivi sera e ti dici che bella giornata oggi.
Così è stato sabato a Venezia, al raduno nazionale di aNobii. Mi ci sono alzato alle sei per andarci. Colazione fugace e via in macchina, assonnato. Cassonetti era già là, ad aspettarmi, per lo spazio autori del pomeriggio, alla Serra dei Giardini dov’era programmato il buffet del pranzo.
Che si respirava un’atmosfera familiare ed accogliente, me sono ne accorto al volo, al banco dell’accoglienza. E il piacere dell’accoglienza è un profumo, che ti entra dentro senza chiedere permesso. Ti fa sentire a tuo agio, come a casa di un caro amico, anche quando il tuo nome viene chiamato senza preavviso, in un fuori programma, giusto per coprire l’attesa di un buffet ancora non pronto, a presentare in cinque minuti il tuo romanzo di fronte a una settantina o forse più di anobiani. Che tu mica ce l’hai mai avute così tante persone a una presentazione, e ti sembra di non fare una gran bella figura, emozionato e sorpreso quale sei, ma che ti senti comunque come quando racconti una barzelletta a un gruppo di amici fidati, e non ti preoccupi che non riesci a far ridere, perché a volte fa ridere proprio il fatto di non far ridere. E non t’importi del giudizio. Così, mi sono sentito, al termine di quei cinque minuti e per tutta il giornata, un amico tra amici fidati.

E l’hanno organizzato proprio bene questo radunto. Un raduno ad hoc per “i tarli della carta”. Tante iniziative, una più interessante dell’altra: la visita alla Biblioteca Manciana, gli itinerari dei laboratori artigiani, lo spritz con Aldo Manuzio, il Gioco del Ruyi, il Trek Urbano e altro ancora. Ce n’era per tutti i gusti.
Che poi era il mio giorno fortunato ne ho avuto conferma nel pomeriggio. Il primo numero sorteggiato per vincere un romanzo tra quelli dello spazio autori era proprio il mio. E che vincessi pure un buono libri al gioco “Sfiga all’OK corral”, in cui si doveva cambiare una lettera a un titolo di un libro e scrivere una definizione spiritosa (per la cronaca: “Eterna dimora di uno stilista” = Il Cimitero di Prada) non me l’aspettavo proprio, io che all’arrivo non ci volevo neanche partecipare al gioco. Poi c’è stata la pesca dei libri. Potevi portare un tot di libri impacchettati in carta di giornale e pescarne quel tot dal mucchio finale. Io ho impacchettato tre copie di Cassonetti e come per magia sono andate nelle mani di chi, nonostante la mia presentazione un po’ maldestra, gli interessava per davvero, Cassonetti.
E dopo le iniziative alla Serra dei Giardini, dopo il passaggio alla libreria Toletta a consumare il mio buono, è stato molto interessante ascoltare, sorseggiando uno spritz, lo scrittore Alessandro Marzo Magno, raccontare la storia di Aldo Manuzio, stampatore che a pochi passi dal campo San’Agostin nel Cinquecento inventò praticamente il libro tascabile, oltre che al carattere Italic (non a caso il nome della casa editrice che pubblica il mio romanzo).

Altre iniziative interessanti erano in programma ma dovevo partire. Con un gran senso di gratitudine ho salutato tutti e mi sono incamminato verso il parcheggio. Trecento e rotti chilometri mi aspettavano per tornare a casa. Proprio una bella giornata pensavo nel tragitto verso il parcheggio. Una di quelle giornate che tutto fila liscio e sei baciato dalla fortuna. Giornate in cui ti senti al posto giusto nel momento giusto. Giornate che ti alzi che c’è il sole anche se era prevista pioggia. Giornate che arrivi sera e ti dici che bella giornata oggi. Poi al parcheggio scopro che la mia macchina ha una gomma a terra. Ma quando l’umore è alle stelle, non è certo una gomma bucata a tirartelo giù!
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