Ho scelto di leggere Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams dopo aver letto i commenti entusiasti dei lettori di aNobii. Un romanzo con un punteggio così elevato di apprezzamento (più della metà dei 7987 votanti gli ha dato 5 stellette) deve essere un capolavoro, mi sono detto. E invece ne sono rimasto deluso.
Certo, il romanzo è comico, a tratti esilarante, alcune trovate sono geniali, come no, ma nel suo insieme l’ho trovato privo di un vero filo conduttore. È come se tutte le avventure di Arthur Dent e Ford Prefect in giro per la galassia fossero sostenute solo dalla bizzarra fantasia dell’autore. Come se il romanzo fosse un collage (a mio avviso poco riuscito) di singoli racconti fantastici. A poche pagine dal termine ero ancora in attesa del senso della storia, e la sensazione sul finale è stato di “sbrigatività”.
Insomma, manca coerenza e sostanza. Peccato, perché la lettura fila liscia e veloce. Le trovate sono ingegnose, i personaggi simpatici (soprattutto Marvin, il robot depresso) e anche l’idea di fondo è accattivante: dare la risposta ultima al senso della Vita, dell’Universo, di Tutto, compito affidato al computer sofisticatissimo Pensiero Profondo, che ci mette solo sette milioni e mezzo di anni per rispondere, e alla fine…
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