Sorprendente come sempre, tanta ammirazione per uno dei miei scrittori preferiti, Chuck Palahniuk. A differenza di altri suoi romanzi, acquistati con convinzione, per Gang bang ho avuto qualche ritrosia. La trama non mi convinceva. Insomma, il racconto di alcuni attori in attesa del loro turno per partecipare al record mondiale di gang bang della sacerdotessa del porno Cassie Wright (obiettivo 600 uomini) non mi sembrava un grande intreccio narrativo. E se ho acquistato Gang bang è solo grazie a un buono libri vinto al raduno nazionale di aNobii a Venezia. Insomma, dovevo consumarlo in giornata, il buono, e alla fine l’ho impilato sugli altri, poco convinto. È rimasto lì per alcuni mesi, poi l’ho portato al mare, un pomeriggio, e niente, mi sono dovuto ricredere.
Gang bang mi ha letteralmente risucchiato. Mi sono trovato in quel salone d’attesa con il n. 600, un porno attore ormai in declino, il n. 137, un attore di telefilm in disgrazia, il n. 72, un ragazzino convinto di essere il figlio della pornodiva, e Sheila, la sua segretaria. Come sempre, il racconto di Chuck Palahniuk è pulp e crudo, e riesce suscitare interesse anche se parla del niente. In realtà poi, i personaggi intrecciano una storia, e la loro storia si intreccia, e ti incolla al libro fino al finale. Un finale sorprendente, degno del suo autore.
Bravo, Chuck, sei una garanzia. Come sempre.
Per me.
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