Neanche farlo apposta, pochi giorni dopo aver pubblicato il post “Un anno da scrittore e cosa è cambiato…” in cui parlavo di segni, mi arriva una bellissima e-mail da Gianmarco che riporto in originale. Inutile che vi scriva le emozioni che mi ha suscitato. Eccola:
“Ciao Gianluca! Ho finito il tuo libro e posso darti il mio parere.
Premetto che considero la lettura di Cassonetti come una sorta di segno del destino, mi spiego meglio: quest’anno ho iniziato il quinto anno di liceo e sono andato parecchio in crisi, insomma ansia, paura del cambiamento, “pippe mentali”, come dicono i tuoi personaggi. Ovvero ho perso un po’ gli obiettivi, le motivazioni, la voglia di proseguire un percorso di studi in cui non ritrovo più un senso. Poi iniziata la scuola ho conosciuto casualmente Costanza, la ragazza che era con me alla presentazione, figlia dell’organizzatrice. Conoscere lei è stato già un piccolo sconvolgimento: si è instaurato subito un rapporto particolare, abbiamo riscontrato passioni e ambizioni in comune, come ad esempio il mestiere di giornalista e il piacere della scrittura; e insomma la sua determinazione mi ha un po’ risvegliato dal mio torpore. Poco tempo fa mi ha detto della presentazione del tuo libro e ho accettato subito, per istinto. E finalmente arriviamo al 18/11/11! La mattina ho saltato scuola per andare al salone dell’orientamento a Genova con un mio amico: confusi, disorientati, a discutere senza fine del nostro futuro, entrambi quasi sicuri di essere destinati al fallimento. Infine abbiamo deciso di chiamarci fra 7 anni, quindi il 18/11/18: in quella data dovremmo essere uomini semi-realizzati e soddisfatti della propria vita… chissà! E’ comunque un obiettivo e penso che mi aiuterà. Infine si passa alla sera dello stesso giorno: io e Costanza veniamo a Santa Margherita e inizi a parlare dei giovani, del futuro, dell’importanza dello scegliere il proprio mestiere ideale, dello scoprire sé stessi. Ho pensato: è fatto tutto apposta! Non è possibile! In quello stesso momento ho deciso di prendere in mano la mia vita, valutare e capire bene quello che voglio e impegnarmi nell’ottenerlo.
Cassonetti per me è diventato il simbolo del 18/11/11, un giorno molto importante e più in generale di questo periodo della mia vita, di incertezza, ma anche di sogni.
Dopo averti annoiato posso passare al mio giudizio sul romanzo, che mi è piaciuto molto!
Prima di tutto ho apprezzato la storia, i personaggi e il contesto per l’estremo realismo, la semplicità e il forte legame con la realtà che permette di immedesimarsi molto. Raramente infatti riesco a trovare dei libri così vicini a me; mi sono rivisto molto negli stati d’animo dei protagonisti e nei loro dialoghi ironici e sconclusionati ma anche ricchi di significati. Lo stile lo trovo perfetto proprio per questa aderenza a una situazione molto verosimile, quindi scorrevole, non complesso, con l’uso di parolacce, modi di dire giovanili, lunghi dialoghi, battute, e perfette le uscite ad effetto che chiudono i paragrafi e permettono al lettore di riflettere sulla scena appena letta.
Il tuo romanzo mi ha fatto venire voglia di andare all’università e ti assicuro che vuol dire molto ora come ora!
Davvero bella l’idea dei cassonetti e di tutti gli altri incroci temporali, trasmette l’idea che qualunque cosa facciamo prefiguriamo già il nostro futuro, insomma che siamo artefici del nostro destino.
Quindi complimenti, approvo in pieno il tuo lavoro, spero che pubblicherai altri romanzi! Saluti e tanta stima!
Gianmarco”
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