Non mi è proprio piaciuto Che la festa cominci di Niccolò Ammaniti. L’ho trovato noioso, poco avvincente e arruffato. La sensazione è quella di un romanzo che mentre lo scrivi non sai bene dove andare a parare, ma ormai hai scritto diverse cartelle, hai un contratto e una scadenza da rispettare, e allora ti inventi episodi, colpi di scena, personaggi per fare collimare tutto e chiudere tutte le parentesi aperte nella narrazione. Insomma, devi fare in modo che questa benedetta festa finisca e tutti i personaggi abbiano il loro epilogo.
Che la festa cominci è senza dubbio il romanzo meno riuscito di Niccolò Ammaniti, uno tra gli scrittori italiani che apprezzo di più. Praticamente mi sono piaciuti tutti gli altri che ho letto (la mia personale classifica: 1. Io non ho paura, 2. Ti prendo e ti porto via, 3 Come Dio comanda, 4. Branchie, 5 Fango) e se ho acquistato Che la festa cominci, l’ho fatto sulla fiducia. Della serie, il nome è una garanzia. E invece è stata una grande delusione. Uno di quei libri che se fosse stato il primo che leggi di un autore, poi non ne leggi più nessun altro. Mi auguro sia solo un passo falso. Ho già acquistato Io e te, spero possa farmi ricredere.
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