È un po’ di tempo che non vengo catturato da un romanzo che mi incolli alla pagina, che mi imponga di portarlo con me ovunque, in ogni momento, fino a che non giungo alla fine. E così, dato che più di una persona me l’aveva consigliato, ho acquistato MrGwyn di Alessandro Baricco. Era da tanto che non leggevo Baricco, Oceano mare e Novecento li considero dei capolavori, Castelli di rabbia un po’ meno. Ma lui è uno di quelli che sa scrivere, e bene, una garanzia insomma di essere catturato, da MrGwyn intendo. E lo ha fatto, ma solo nelle prime trenta pagine. Poi il resto, sì, è filato liscio, ma mi ha coinvolto davvero poco. Niente da ridire sulla scrittura. Impeccabile, come sempre. I personaggi, sempre al di fuori del tempo, originali, nulla da eccepire. Però, purtroppo, MrGwyn è uno di quei romanzi che dimenticherò in breve tempo.
Ma non deluso abbastanza, mi sono voluto far del male. Tutta colpa dell’intervista da Daria Bignardi, alle Invasioni Barbariche. Alessandro Baricco ha parlato del suo ultimo romanzo, Tre volte all’alba. Si tratta di un esercizio di stile, diviso in tre parti, e che si può cominciare a leggere dalla parte che si vuole. Che in più i personaggi si incontrano ad età diverse.
– Mmm… – ho commentato. – Sa tanto del mio Cassonetti. Sarà mica che…
Insomma i personaggi che si incontrano, la circolarità delle parti. Qualche assonanza con il mio romanzo c’è – mi sono detto. E così, incuriosito, ho letto Tre volte all’alba. Mi immaginavo di leggerlo e poi inviare a Baricco il mio romanzo, per dirgli che io prima di lui ci avevo già pensato ai personaggi che si incontrano, alla circolarità del racconto dove il tempo non è lineare, ma viene stravolto. Volevo dirgli che addirittura avevo concepito l’inizio del romanzo non a pagina 1 ma a pagina 52, insomma che volevo stravolgere anche il numero delle pagine, ma che poi il mio editore mi aveva dissuaso. Insomma volevo farmi un po’ grosso di averci pensato io, prima di lui. Ma chissà quanti altri che non conosco lo hanno fatto prima di me – mi sono detto. Quindi, abbassa il tuo narciso, leggi Tre volte all’alba e basta – mi sono ripetuto alla fine. E così ho fatto.
Ora che l’ho finito, mi dispiace ma non posso scrivere a Baricco. Non posso scrivergli perché Tre volte all’alba non mi è proprio piaciuto. Mica posso fingere. E se anche dicessi la verità, poi magari lui pensa che è solo per invidia. Che non avrebbe mica tutti i torti. Perché un po’ di invidia c’è, invidia in senso buono, come l’altra faccia di un desiderio. Vorrei infatti, come lui, saper scrivere bene, e magari vendere “qualche” copia in più. Ma quale scrittore esordiente non lo vorrebbe!?
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