Ci sono luoghi speciali per ognuno di noi. Uno dei miei è Poggio Rusco. Un paesino nella bassa padana, un po' lontano e un po' vicino da tutto: da Mantova, Verona, Ferrara, Bologna, Modena. E per me è speciale, Poggio Rusco, perché è il luogo della mia infanzia, di una parte della mia infanzia. Di quella parte in cui si formano i tuoi primi ricordi. La parte degli ultimi anni dell'asilo e dei primi anni delle elementari.
A Poggio Rusco ho avuto il mio primo migliore amico, l'amico del cuore, Mauro, con cui ero pappa e ciccia, attaccati al punto di desiderarlo come fratello…
A Poggio Rusco ho avuto la mia prima fidanzatina, Caterina, con cui imbastivo progetti e sogni sul nostro futuro da grandi (lei crocerossina, io imbianchino alla guida di una Jaguar). A Poggio Rusco ho avuto il mio primo maestro, Amleto Mazzoni, un maestro all'antica, bravo, molto bravo, ma che usava la bacchetta per punirti, sul sedere, o sui palmi delle mani, o, se proprio l'avevi fatta grossa, sulle nocche (e quante ne ho prese, io che ero vivace… mai quanto Angelo però)…
A Poggio Rusco ho vinto la mia prima medaglia ai giochi delle gioventù, d'oro, che eravamo la squadra più veloce, correvamo come il vento…
A Poggio Rusco ho fatto la prima comunione, con tanto di tunica bianca con i ricami rossi, e come regalo la bicicletta Graziella, marrone metallizzato, bella da spavento…
A Poggio Rusco sono volato sulle rose tagliandomi tutto, e ho ucciso una colonia di formiche pestandole con i piedi e pentendomi a più non posso, giurando che non lo avrei più fatto…
A Poggio Rusco ho avuto una baby-sitter che si chiamava Margherita che mi ha sorpreso a guardarle la scollatura, e io mi sarei sotterrato…
A Poggio Rusco ero orgoglioso di andare in ospedale, vedere mio padre in camice, che mi sembrava l'uomo più importante del mondo…
A Poggio Rusco c'era mia mamma che spalmava poca Nutella sulle fette di pane, le sporcava e basta, perché, a suo dire, cariava i denti, ma che poi, per il tuo compleanno, ti preparava una torta con quintali di scaglie di cioccolata bianca sopra e le volevi bene da morire…
A Poggio Rusco era divertentissimo giocare con mia sorella e le sue amiche, all'elastico e agli altri giochi che un maschio mai (un po' meno spingerla sui pattini e farla cadere)…
A Poggio Rusco ho preso la mia prima sbronza, a sei anni, solo in casa, un po' per gioco un po' per noia, con l'Americano Cora…
A Poggio Rusco ho lasciato un pezzetto di cuore quando con la mia famiglia mi sono trasferito a Senigallia e pensavo che non ci sarei tornato più…
Ma a Poggio Rusco c'è stato un amico, Pietro, un compagno di classe che disegnava sempre scavatori e cingolati, proprio belli, con cui mi sono tenuto sempre in contatto in questi 36 anni; un amico che ha pensato bene di organizzare una presentazione del mio romanzo proprio lì, a Poggio Rusco, e permettermi di tornare in quel luogo che per me rimarrà sempre speciale! Grazie di cuore!
Ci vediamo martedì!
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