Il senso comune ci porta a classificare le emozioni in positive e negative. Positive quelle piacevoli come la gioia, la felicità, la soddisfazione, l’entusiasmo mentre negative quelle spiacevoli come il dolore, la paura, la rabbia, la delusione. Tale classificazione dicotomica non è corretta, infatti tutte le emozioni hanno una funzione positiva anche quelle spiacevoli. Sta a te cogliere il significato e il beneficio.
Il dolore per esempio ti permette di prenderti cura di te stesso, la paura di accorgerti di un pericolo e prepararti ad affrontarlo, la rabbia di difenderti da un attacco o indirizzare le tue energie per raggiungere un obiettivo, la delusione di comprendere cosa è veramente importante, l’invidia di farti capire cosa desideri, il senso di colpa di aver oltraggiato un valore rilevante per te e così via. Ogni emozione quindi se accolta e analizzata rappresenta una guida che ti permette di capire meglio chi sei e cosa vuoi.
Inoltre, alla base di ogni emozione c’è l’energia, e in quelle spiacevoli la quantità di energia è particolarmente alta. Ogni volta che ti arrabbi, o ti lamenti, o ti demoralizzi, o ti senti depresso, sprigioni energia. E l’energia di per sé è neutra, spetta a te gestirla. Quando provi un’emozione spiacevole entra in contatto con l’energia sprigionata, lasciala uscire. Evita di sopprimerla, e canalizzala. Lascia che ogni parte di te si esprima, ne ha diritto, e soprattutto ti sarà utile. Un modo per spiazzare queste emozioni “negative” è amplificarle: se non hai voglia di fare niente, fallo! Prenditi una settimana di completa libertà: non fare niente. Se una settimana non ti basta, prenditi un mese, se un mese non basta un anno intero. Vedrai che prima o poi subentrerà la noia, e ci sarà una parte di te che ti porterà naturalmente a muoverti. Se invece quello che leggi ti fa arrabbiare, arrabbiati. Prenditela con me, con il blog, parlane male con tutti, gonfia il tuo senso critico. Arriverà il momento in cui risulterai poco credibile anche a te stesso. E a quel punto proverai sollievo, raccoglierai quello che ti serve e aprirai la mente al cambiamento.
Esprimere liberamente le emozioni spiacevoli non significa concedersi il lusso di farlo sempre, dovunque e con chiunque. Se sei arrabbiato per una multa in divieto di sosta, sarebbe controproducente prendertela con il poliziotto, oppure scaricare la rabbia sul tuo capo. Fallo quando ti trovi nel contesto giusto e hai di fronte persone che possono capirti. Se hai il bisogno di “scaricarti” metti sull’avviso chi ti sta di fronte: “nei prossimi cinque minuti non interrompermi e non prendere alla lettera tutto che quello che dirò. Ascoltami e basta”. Dopo che ti sei sfogato ti sentirai un po’ meglio e subentrerà uno stato d’animo più costruttivo per trovare soluzioni ai tuoi problemi. Scegli interlocutori che siano davvero interessati a te, che accolgano i tuoi sfoghi, che ti sappiano ascoltare, riconoscendo il tuo diritto di lamentarti, soffrire, arrabbiarti o essere deluso. Se preferisci scaricarti in solitudine, scegli luoghi e momenti adatti. Urla mentre guidi, canta a squarciagola, lancia dei cuscini contro il muro. Fai dello sport. Piangi. Scrivi senza censura sul tuo diario. Qualsiasi attività che ti aiuti a tirare fuori il malessere va bene, purché sia sicura e rispettosa per te stesso e per gli altri.
Le emozioni sono energia: considerale come tali. Magnifiche onde sempre a disposizione che si autogenerano. Puoi lasciarti travolgere, sopprimendole e facendole implodere con conseguenze nocive per la tua salute, oppure imparare a surfarle, esprimendole e attingendo appieno dalla loro forza per metterle al servizio dei tuoi desideri.
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