Essere pronti al cambiamento

Share on facebook
Share on google
Share on twitter
Share on linkedin

ofaolain01Il nostro cervello è tendenzialmente pigro. Se deve fare qualcosa utilizza schemi neurali consolidati che richiedono il minimo apporto di energia e garantiscono il massimo risultato. Per questo i comportamenti abitudinali sono difficili da scardinare e il cambiamento faticoso. Ogni forma di cambiamento infatti richiede la costruzione e il consolidamento di un nuovo schema neurale che affianchi e sostituisca col tempo quello vecchio.

Quando guidi la macchina nel percorso casa-lavoro probabilmente lo fai in modo inconscio, a tal punto che spesso ti ritrovi a destinazione e ti domandi perplesso se agli incroci che hai superato i semafori fossero rossi o verdi. La tua guida non richiede un’attenzione consapevole perché a livello cerebrale è attivo un circuito neurale fatto di connessioni, sinapsi e neurotrasmettitori che operano in modo automatico. Se a causa di un’abbondante nevicata, la strada fosse bloccata, e fossi costretto a trovare un nuovo percorso in condizioni meteorologiche avverse, il tuo modo di guidare cambierebbe passando ad un livello consapevole. Dovresti stare attento ai segnali e alle condizioni del manto stradale, il che richiederebbe un dispendio di energia maggiore in quanto a livello fisiologico ancora non si è formato un nuovo circuito associativo. Affinché questo si formi, dovresti ripetere il percorso più volte e trovare confidenza a guidare sulla neve e sul ghiaccio.

Cambiare significa quindi abbandonare il vecchio percorso consolidato, e concentrarsi su di uno nuovo. Richiede un’energia mentale che spesso ci scoraggia e ci porta ad assecondare la “pigrizia” del nostro cervello, con l’inevitabile conseguenza di ripetere i soliti schemi ed evitare qualsiasi cambiamento. Per ovviare a questo rischio è necessario “educare” la nostra mente a ciò che desideriamo, ancor prima di provare a realizzarlo. In questo modo si costruisce un nuovo circuito neurale che comincerà a lavorare in modo automatico e ci guiderà verso il nostro obiettivo. La neuroscienza infatti ha dimostrato che non esistono differenze sugli effetti a livello cerebrale tra l’esercitarsi concretamente in una attività o abilità (per esempio suonare una sequenza musicale al pianoforte) e il semplice immaginarsi di farlo. In altre parole l’allenamento mentale ripetuto ha lo stesso potere di generare connessioni forti e ricche tra cellule nervose dell’esercizio pratico.

Nel prossimo post parleremo di come farlo.

Gianluca Antoni

Gianluca Antoni

Psicologo Psicoterapauta Ipnotista, Career Coach, Formatore, Scrittore

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi