Come coltivare il proprio talento (I)

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jovanotti 01Spesso la realizzazione dei nostri desideri è vincolata dall’acquisizione di capacità: se ad esempio desideri diventare uno scrittore, un musicista, uno sportivo o un professionista affermato dovrai coltivare il tuo talento e sviluppare le capacità corrispondenti; in altre parole dovrai diventare bravo nell’attività che vuoi svolgere. E coltivare talento e capacità è come crescere un bambino. Non puoi aspettarti che sia bravo fin da subito.

Nonostante questo, a volte succede di nutrire aspettative elevate nei confronti di noi stessi. Pretendiamo di riuscire bene senza grandi sforzi, e soprattutto senza commettere errori. E quando il nostro impegno non produce i risultati sperati ci abbattiamo, convinti di non potercela fare, di non essere portati, di non possedere talento a sufficienza. Ignoriamo il fatto che tutto quello che abbiamo imparato nella vita, è stato possibile perché ci siamo dati il permesso di sbagliare, e di fare le cose senza che ci venissero alla perfezione.

Se osservi un bambino mentre impara a camminare, ti accorgi di quante volte cade, a volte facendosi anche un po’ male. Ma lui, imperterrito, si rialza ogni volta, finché non sgambetta sicuro in ogni dove. Se quel bambino avesse la pretesa “adulta” di alzarsi e camminare subito bene o solo avesse la paura di cadere, non imparerebbe mai. Invece lui vive ogni tentativo come un gioco, ride per i successi come per gli insuccessi, impegnato ad esplorare il mondo intorno a sé lasciandosi catturare da ogni stimolo.

Per questo il modo più efficace per coltivare un talento consiste nel riscoprire e adottare quella modalità infantile di apprendimento, in particolare alimentando:

  • la curiosità come desiderio di conoscere, capire ed esplorare;
  • l’apertura mentale e la meraviglia, sbarazzandosi dei preconcetti e dei pregiudizi;
  • la dedizione, la serietà e l’intenzione nelle attività in cui siamo impegnati;
  • la consapevolezza multisensoriale (sinestesia) nel combinare stimoli sensoriali diversi ad esempio colori e suoni, ritmo e forma, gusto e tatto, vista ed emozione;
  • la ripetitività e la persistenza nel processo per prove ed errori finché l’attività appresa non diviene automatica;
  • l’accettazione incondizionata degli errori consapevoli che, tranne quelli commessi per pigrizia, trascuratezza o incompetenza, sono necessari;
  • lo spirito del gioco, consapevoli che rappresenta il segreto dell’apprendimento, il catalizzatore più potente dello sviluppo di tutte le abilità mentali e fisiche.

Nel prossimo post parleremo di come farlo.

Gianluca Antoni

Gianluca Antoni

Psicologo Psicoterapauta Ipnotista, Career Coach, Formatore, Scrittore

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