Esilarante, illuminante e istruttivo, ecco gli aggettivi che mi vengono in mente a primo impatto circa Terapia di coppia per amanti di Diego De Silva. Un romanzo che consiglio a tutti coloro che sono impantanati in una relazione in crisi, non importa se extraconiugale.
La storia racconta della crisi di coppia di Viviana e Modesto, i quali, seppur amanti, si ritrovano paradossalmente a intraprendere un percorso di terapia con il Dott. Malavolta. La trama è semplice, ma la forza del romanzo è il mix tra la profondità di analisi delle difficoltà comunicative degli amanti e la leggerezza ironica con cui vengono raccontate. È un libro che fa ridere e riflettere allo stesso tempo, in cui chiunque viva o abbia vissuto una storia d’amore conflittuale può trovare facilità a identificarsi.
I protagonisti diventano quasi dei cliché: la donna complessa e introspettiva che ha bisogno continuamente di parlare dei sentimenti, di dare una definizione precisa al rapporto e l’uomo semplice e superficiale che vuole solo viversi la storia senza rotture di scatole, che minimizza ogni problema facendo ricorso all’ironia. Ne viene fuori un ritratto illuminante delle difficoltà di comunicazione nella coppia, dove ci si muove in un campo minato per il timore di “scoprirsi” e scoprire (scusate il gioco di parole) di non essere corrisposti allo stesso livello in un gioco di specchi e di proiezioni reciproche che portano i due malcapitati ad allontanarsi l’uno dall’altra, anche quando in realtà sono molto vicini e in sintonia.
Qui entra in gioco l’analista, il dott. Malavolta, che dovrebbe aiutare Viviana e Modesto, ma purtroppo anche lui vittima di una crisi extraconiugale con una ragazza molto più giovane che lo porta a manifestare tutta la sua fragilità, al punto che la sua figura viene ridicolizzata e, come nelle migliori commedie, diventerà lui il paziente dei propri pazienti (in ogni caso se vi trovate in terapia con uno psicoterapeuta come Malavolta vi consiglio di fuggire all’istante!).
A contorno dei protagonisti ci sono altri personaggi che arricchiscono la storia tra cui eccelle, a mio avviso, il padre di Modesto. Un tipo cinico, dall’empatia pari a zero, che riesce a leggere a interpretare le relazioni in un’ottica totalmente utilitaristica, senza coinvolgimento affettivo e soprattutto con una idiosincrasia per le rotture di scatole che lo portano a lasciare il partner non appena compaiono all’orizzonte. È un personaggio che può risultare antipatico e anche un emerito “stronzo”, ma a cui, in fondo in fondo, ognuno di noi, in determinate circostanze, vorrebbe assomigliare.
Buona lettura!
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