Matrimonio a prima vista

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Ne Il peso specifico dell’Amore, Peter, il protagonista, in un delirio alcolico ipotizza l’invenzione di un congegno elettronico, il Tecnomisuratore dell’Amore, per misurare in termini oggettivi e scientifici quanto una persona sia innamorata, indicando sul display un valore assoluto che, come in un orologio, sia uguale per tutti: se indica 100, significa che ami 100. Peter ipotizza che questo congegno renderebbe ogni persona consapevole di cosa desidera e di chi vuole essere con la conseguenza che l’intero pianeta ne beneficerebbe: niente più guerre, solo pace e fratellanza.
Si tratta di un delirio da sbornia, e lo stesso amico di Peter che lo sta ad ascoltare liquida l’idea in malo modo.

L’idea alla base del reality Matrimonio a prima vista trasmesso sui canali di Sky non si discosta molto da quella di Peter. Può un team di esperti (composto dal sociologo Mario Abis, la sessuologa Nada Loffredi e lo psicoterapeuta Gerry Grassi) attraverso una serie di test, colloqui e studi di compatibilità riuscire a formare delle coppie che, pur incontrandosi per la prima volta solo sull’altare, si ameranno per sempre?

In altre parole, è possibile, in base ad una serie di indici psicologici, sociologici e sessuologici prevedere lo sbocciare di un amore tra due persone e combinare un matrimonio a scatola chiusa sulla base di dati scientifici?

Ho seguito la trasmissione con interesse e curiosità, e devo ammettere che mi ha catturato e mi sono trovato a fare il tifo per una coppia piuttosto che per un’altra. Ma di fondo, per tutto il tempo, ho desiderato vivamente che tutti i tre matrimoni, dopo le 5 settimane preventivate, fallissero e finissero in un divorzio. Questo non per far torto alla professionalità degli esperti, ma per giustizia all’incommensurabilità dell’amore.

E per fortuna l’amore non si è lasciato ingabbiare e come l’ombra nel momento che ci getti la luce si è spostato.

In una società che ci ingabbia sempre di più, dove le scelte sono sempre più condizionate dal marketing, dalla politica e dall’economia, dove il nostro valore viene misurato in quanto e cosa consumiamo, se lasciamo che anche il partner venga scelto da qualcun altro (anche con la certezza che la scienza lo reputi quello più adatto a noi) allora siamo davvero arrivati alla frutta.

Per un format tv va bene, diventa uno spettacolo, e anche ben fatto nel suo genere. Ma nella vita reale, per favore, lasciateci la libertà di innamorarci di chi vogliamo!

Gianluca Antoni

Gianluca Antoni

Psicologo Psicoterapauta Ipnotista, Career Coach, Formatore, Scrittore

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