Da qualche anno pratico l’ipnosi. Ho scoperto essere uno strumento molto utile e soprattutto efficace per aggirare l’attività critica della nostra razionalità e accedere direttamente a quel mondo emotivo che rappresenta la forza motrice del 99% delle nostre azioni. Quando propongo di fare l’ipnosi, qualche persona si irrigidisce sulla poltrona con stampato in volto la domanda: “cosa mi vuoi fare?”
Questa reazione rivela due idee erronee:
- che l’ipnosi sia uno stato alterato di coscienza in cui l’ipnotista può farvi fare qualsiasi cosa come se diventaste una marionetta con i fili nelle sue mani e
- che l’inconscio sia la residenza dei vostri mostri interiori da cui rifuggire e da lasciar stare, della serie “non aprire quella porta”.
Niente di più sbagliato!
La realtà è che:
- l’ipnosi è uno stato modificato di coscienza del tutto naturale, che viviamo più volte al giorno, ad esempio quando guidiamo e dopo essere arrivati a casa e se ripensiamo al percorso non ricordiamo se abbiamo fatto gli stop o rispettato i semafori oppure quando siamo totalmente assorti nella lettura di un libro o nella visione di un film a tal punto che se qualcuno ci chiama non rispondiamo o ci mettiamo qualche secondo per rispondere.
Inoltre per indurre uno stato ipnotico è necessaria la piena collaborazione di chi entra in ipnosi, è un gioco di squadra insomma; non si perde il controllo, anzi, l’attenzione è totalmente focalizzata e amplificata e soprattutto la persona non farà mai nulla contro la propria volontà. - con il termine inconscio si indicano tutte quelle attività mentali al di fuori delle nostra coscienza che spesso condizionano le nostre azioni, e la netta distinzione tra conscio e inconscio (condizionata dal modello psicoanalitico) è da tempo superata in quanto la mente è un’unica entità sempre attiva, in continuo movimento, e ciò che ad un certo momento è inconscio può emergere e diventare conscio e viceversa. La distinzione rimane perciò puramente arbitraria e concettuale, ma può aiutarci in ogni caso a comprendere meglio come funziona la nostra mente.
Per il momento mettiamo da parte il tema dell’ipnosi (a cui dedicherò un’intera lezione) e focalizziamoci sull’inconscio. Che cos’è quindi?
L’inconscio innanzitutto è il magazzino dei nostri ricordi, il luogo dove viene stoccata ogni esperienza che abbiamo vissuto, dalla prima infanzia fino ad ora. Questi ricordi non sono passivi, ma attivi e vitali, e vanno a formare il filo del tessuto della nostra personalità determinando la natura di ciò che siamo e di quel filtro interiore attraverso cui leggiamo gli eventi e ci porta a reagire come reagiamo.
L’inconscio è anche una dinamo alimentata dalle emozioni, le forze motrici della vita. É la fonte dell’energia dei pensieri coscienti e delle azioni e di tutte le funzioni vitali del corpo. Regola e controlla tutte le attività dei diversi organi e apparati: la respirazione, la digestione, la circolazione del sangue e così via. Per questo la nostra mente inconscia non dorme mai, anzi durante il sonno sembra molto più attenta e attiva di quando siamo svegli, costantemente vigile per proteggerci.
Il conscio e l’inconscio sono in continua interazione. Se coscientemente pensiamo a qualcosa, se accolto dalla mente inconscia, produrrà spontaneamente i suoi effetti. Prova a immaginare di succhiare una fetta di limone e sentirai immediatamente la salivazione aumentare per far fronte al suo sapore aspro. Se l’idea che abbiamo in mente è positiva, ben venga, produrrà effetti positivi nel nostro corpo e nel nostro spirito, ma se è negativa, come il pensare ad una malattia, gli effetti saranno anch’essi negativi e influenzeranno non solo lo stato d’animo ma anche, in modo involontario e automatico, le funzioni di tutti gli organi vitali.
Se vogliamo cambiare qualcosa di noi, ad esempio se vogliamo smettere di fumare, iniziare a fare attività fisica, dimagrire, affinché l’idea cosciente produca i suoi effetti deve essere accettata dall’inconscio. E questo dipende largamente dalle associazioni connesse a quell’idea. Se la carica emotiva dell’idea è coerente con la carica delle altre idee già immagazzinate nella nostra mente, questa verrà accettata e produrrà i suoi effetti, al contrario l’idea verrà respinta.
Questa è una delle motivazioni che spiegano come mai spesso la forza di volontà non basta: esiste un conflitto tra la parte cosciente e l’inconscio. Il cambiamento personale perciò è qualcosa di complesso, che può avvenire in modi diversi e a più livelli. Nelle prossime lezioni inizierò a parlare di questo tema e vi fornirò un valido e semplice schema (un altro libretto di istruzioni) per comprendere qual è la strada giusta da intraprendere a seconda del tipo di cambiamento che desiderate ottenere.
A proposito: volete sapere cosa succede a quella persona a cui propongo l’ipnosi dopo averla provata? Be’, di solito, quando riemerge dallo stato ipnotico è stupita come un bambino.
– Ma che meraviglia! – esclama. – Se sapevo che si stava così bene, l’avrei provata prima!
Tips ‘n’ Tricks
Durata: 5 minuti.
Frequenza: quando capita.
Obiettivo: essere consapevole del tipo di rapporto verso il proprio inconscio e modificarlo.
Azione: prenditi qualche minuto per riflettere sul tipo di convinzione che hai verso il tuo inconscio e se ti accorgi:
- di pensare che il tuo inconscio nasconda qualcosa di inesprimibile e da temere;
- di evitare qualsiasi emozione, pensiero, sensazione ti tipo spiacevole di cui non conosci la causa e fai di tutto per non pensarci;
- di considerare tutto ciò che è al fuori dal tuo controllo razionale qualcosa di minaccioso da combattere;
- di aver paura di analizzare il significato dei sogni;
- di non fidarti mai del tuo intuito e del tuo sesto senso
probabilmente hai una convinzione negativa e un rapporto oppositivo nei confronti del tuo inconscio.
Prendine coscienza e alimenta il tarlo del dubbio. Pensa a come cambierebbe la tua vita, a come staresti con te stesso e a come si arricchirebbe la tua personalità se considerassi invece l’inconscio come un serbatoio di risorse inesplorate, se cominciassi ad ascoltarlo con la fiducia cieca che puoi affrontare ogni cosa che emerge, anche ciò che ti fa paura, e se potessi fidarti del tuo intuito.
Se immagini che la tua vita e il rapporto con te stesso migliorerebbe, bene, sei pronto al cambiamento. Segui le prossime lezioni per scoprire come.
Il consiglio del biblioterapeuta
Lars Kepler, L’ipnotista (Tea, 2010)
Questa volta la lezione di Gianluca mi ha permesso di attingere alla mia libreria personale di ricordi e suggestioni in modo squisitamente letterale.
Infatti, il mio consiglio biblioterapico è L’ipnotista di Lars Kepler. Questo primo romanzo di Kepler – nom de plume della coppia di coniugi Ahndorli – è stato un grande successo tra gli amanti del thriller e vede l’esordio dell’ispettore Joona Linna e come co-protagonista lo psicoterapeuta Erik Maria Bark, noto esperto d’ipnosi.
Non entro nel merito della trama che in questo caso più che in altri deve essere apprezzata pagina dopo pagina e sottolineo come questo romanzo possa servire a comprendere quali siano i “pregiudizi” sull’ipnosi, pregiudizi determinati anche dall’ignoranza sul tema.
Gianluca ci viene però in soccorso con questa lezione – anticipandoci altro a venire! – fornendoci alcune nozioni che ci permettono di conoscere meglio questo strumento soprattutto in funzione di quanto possa essere utile per rendere più sottile il confine tra conscio e inconscio, permettendoci di migliorare il nostro stato psico-fisico.
Io ad esempio continuo a pensare a quando Gianluca definisce l’ipnosi come “uno strumento molto utile e soprattutto efficace per aggirare l’attività critica della nostra razionalità e accedere direttamente a quel mondo emotivo che rappresenta il motore del 99% delle nostre azioni”.
E soprattutto a queste parole: “L’inconscio innanzitutto è il magazzino dei nostri ricordi, il luogo dove viene stoccata ogni esperienza che abbiamo vissuto, dalla prima infanzia fino ad ora. Questi ricordi non sono passivi, ma attivi e vitali, e vanno a formare il filo del tessuto della nostra personalità determinando la natura di ciò che siamo e di quel filtro interiore attraverso cui leggiamo gli eventi e ci porta a reagire come reagiamo”.
Insomma non ci resta che continuare a seguire le lezioni di Gianluca e a fare gli esercizi proposti per imparare a conoscerci meglio.
Intanto io mi propongo come cavia per ogni tipo di sperimentazione ipnotica!
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