Quando mi parlarono per la prima volta del libro di Allen Carr, È facile smettere di fumare se sai come farlo, fumavo un’unica sigaretta al giorno, nel dopocena, accompagnata da un bicchiere di vino Porto; insomma un piccolo momento di felicità come premio dopo una lunga giornata lavorativa. Non avevo bisogno di togliere quella sigaretta e potevo farne tranquillamente a meno. Poi questo mio paziente, grande fumatore, che per smettere ne aveva provate di tutte, dall’ipnosi all’agopuntura, un giorno disse di aver acquistato il libro in un’edicola alla stazione di Milano, di essere salito sul treno, di averlo letto tutto d’un fiato e, quando è sceso a Senigallia (circa 4 ore dopo), di aver smesso definitivamente.
– Il bello, dottore, è che questo libro non ti dice di smettere di fumare, anzi. Ti suggerisce di continuare mentre leggi. E soprattutto non è infarcito di tutti quelle belle motivazioni che ogni fumatore conosce perfettamente, dai danni alla salute ai soldi buttati via, che ti senti ripetere ogni volta da tutti quelli che vogliono farti smettere. Quel libro lì, senza che te ne accorgi, ti smantella tutte quelle convinzioni profonde, tra l’altro false, che alimentano la dipendenza dal fumo. E te le sostituisce con altre, nuove, migliori e più arricchenti, e alla fine del libro, provi così pena e tenerezza per te stesso che non ti viene più voglia di accendere anche solo una sigaretta.
– Caspita, – ho pensato. – Davvero interessante.
E così, incuriosito dall’aspetto psicologico del libro, alla fine della giornata sono passato in libreria e l’ho acquistato. Dopo averlo letto, in modo del tutto naturale, ho eliminato anche quell’unica sigaretta serale, quella apparentemente legata a quel momento di felicità.
Dove si nasconde la magia?
Una credenza comune recita che Volere è potere; in altre parole, basta volere intensamente una cosa per poterla ottenere. Eppure, quante volte, nonostante una forza di volontà di ferro, non riusciamo a cambiare qualcosa, a ottenere un risultato, a raggiungere un obiettivo? Non solo smettere di fumare ma anche perdere peso, dimenticare la persona amata, sentirci più sicuri. Perché, nonostante gli sforzi considerevoli, falliamo miserevolmente?
La risposta è nella nostra mente inconscia: ogni volta che la nostra volontà si scontra con un’idea di segno contrario radicata nel nostro io più profondo, quest’ultima vincerà sempre.
Per sperimentarlo puoi fare questo semplice esperimento.
Prendi una tavola di legno larga 15 cm e lunga 4 metri e appoggiala a terra. Prova a camminarci sopra da un’estremità all’altra. Sicuramente riesci a farlo con facilità. Ora, prendi la stessa tavola, portala sul tetto di un palazzo e ponila come passerella per accedere al tetto del palazzo vicino. Prova a camminarci sopra per attraversare, cosa succede? Probabilmente appena metti i piedi sull’estremità una forza interiore ti blocca. La nuova posizione della tavola ha attivato nella tua mente la suggestione dell’idea di cadere, un’idea colorata dall’emozione di pericolo per la tua vita. Il tuo subconscio si è attivato accogliendo l’idea di poter cadere. Puoi combattere questa reazione con la forza di volontà: la logica infatti ti dice che hai appena camminato sulla stessa tavola in tutta sicurezza e con facilità, e non vede perché non potresti ripeterlo ora. Nonostante questo, tanto più ostinatamente tenti di combattere con il pensiero la paura di cadere, tanto più crescerà l’idea contraria che ti dice che cadrai.
Questo processo è chiamato la legge dello sforzo inverso: quando la volontà entra in conflitto con un’idea inconscia, l’idea invariabilmente l’avrà vinta. Inoltre, la forza inconscia che si oppone sarà direttamente proporzionale alla forza di volontà che ci metti. Puoi avere una prova di questa legge quando cerchi di addormentarti e non riesci: più ripeti “devo dormire, devo dormire, devo dormire perché domani mi devo alzare presto” tanto più rimani sveglio. Oppure quando vuoi dimenticare la persona che non ti ama più e ripeti a te stesso di non pensarci e tanto più il suo ricordo invade la tua mente.
Cosa possiamo fare allora quando la forza di volontà non basta?
La forza di volontà è diretta dalla nostra consapevolezza, ma per lavorare in modo efficiente ed efficace deve essere in armonia con le idee radicate nel nostro inconscio. Da sola non ha la capacità di modificare queste idee, però è in grado di individuare quali sono le idee che si oppongono e quali sono i nuovi pensieri di cui abbiamo bisogno; a questo punto può dirigere deliberatamente il processo che mira a rimuovere le idee dannose e impiantare al loro posto quelle nuove e desiderate.
Sta proprio in questo processo di agevolare e creare quell’armonia tra conscio e inconscio per produrre cambiamenti desiderati e duraturi che risiede la magia del cambiamento.
E del libro di Allen Carr per smettere di fumare.
Esercizi e suggerimenti
Durata: 20 minuti
Frequenza: al bisogno.
Obiettivo: scoprire e depotenziare le convinzioni profonde che ostacolano il raggiungimento di un obiettivo
Azione: individua un obiettivo che non riesci a raggiungere nonostante la tua grande forza di volontà. Siediti in una posizione comoda, fai un bel respiro e chiudi gli occhi. Immagina di andare in profondità, a contatto con quella parte di te stesso che si oppone al cambiamento. Individua le idee e le emozioni che vogliono mantenere lo status quo. Accoglile senza criticarle e allo stesso tempo cerca valide alternative che possono sostituirle.
Se ad esempio senti di sprecare il tuo tempo all’inseguimento di una persona che non vuole o può darti ciò che desideri in una relazione affettiva e vuoi “eliminarla” dalla tua vita ma non riesci, mettiti in ascolto della parte attaccata ancora a lei e scopri le motivazioni che non ti permettono di dimenticarla: puoi scoprire che questa parte si ostina a volerla riconquistare a) per curare la ferita narcisistica del rifiuto o b) perché non riesce a stare da sola o c) perché pensa di non potersi più innamorare. A questo punto puoi offrire a questa parte valide alternative suggerendole che viversi fino in fondo l’emozione del rifiuto può rappresentare un’opportunità a) per crescere emotivamente e diventare più forte, b) per imparare a vivere la solitudine e arricchirla di attività piacevoli e c) per indirizzare quell’amore verso di sé, diventando l’oggetto del proprio affetto e cura. Visualizza il cambiamento che avverrebbe seguendo questa strada, il tuo nuovo sé, e tutti i benefici che ne possono derivare.
Lascia che sia la tua mente a suggerirti le alternative valide, originali e personalizzate, che saranno accolte e abbracciate dalla parte oppositiva solo se non tolgono nulla alla tua vita ma, al contrario, la arricchiscono e la completano.
Il consiglio del biblioterapeuta
Kent Haruf, Canto della pianura (NNEditore, 2015) e Crepuscolo (NNEditore, 2016)
È probabile che anche tu, almeno una volta, abbia avuto a che fare con la legge dello sforzo inverso.
Due forze opposte, quelle del conscio e dell’inconscio, che devono incontrarsi nel loro punto di equilibrio: un modo efficace, l’unico possibile, per produrre il cambiamento.
Certo non è facile riconoscere i propri limiti, quelli che si oppongono alla volontà di agire e reagire, ma individuarli li priva della loro intensità, permettendo di orientarci lungo un cammino che conduce alla loro risoluzione.
Questo è ciò che mi ha fatto pensare a Raymond McPherson che con il fratello Harold, è uno dei protagonisti dei primi due volumi de “La trilogia della pianura” di Kent Haruf: Canto della pianura e Crepuscolo, da leggere rigorosamente in quest’ordine.
Essendo questi due, come il terzo Benedizione, romanzi corali, s’incontrano molti personaggi, diversi tra loro per il loro vissuto personale, lo sguardo sull’esistenza e sulle relazioni.
Personaggi immaginari che vivono in un luogo immaginario – la ormai mitica Holt – ma molto reali e veri per come sono stati raccontati, rendendoli vivi.
I fratelli McPherson sono due anziani allevatori di bovini che vivono in una fattoria al confine della cittadina: rimasti orfani di padre e madre durante la loro adolescenza, si sono presi cura l’uno dell’altro, emarginandosi e rinunciando a ogni forma di socialità tranne che in alcune occasioni legate alla loro attività di mandriani.
Improvvisamente la loro vita è sconvolta dall’arrivo di Victoria Roubideaux, una sedicenne allontanata dalla propria famiglia dopo essersi scoperta incinta, che i due fratelli accolgono nella loro casa.
La loro convivenza, inizialmente non è delle più facili ma si modificherà con il trascorrere dei giorni.
Questo, in parte, è ciò che avviene nel primo romanzo. In “Crepuscolo” li ritroviamo a distanza di breve tempo, modificati profondamente da quella convivenza, addomesticati dalla presenza della giovane e del suo bambino.
A un certo punto però il destino gioca la sua carta e Raymond deve, ancora una volta rimettersi in discussione, aprendosi al mondo e mettendo da parte paure e blocchi.
L’uomo sente forte il desiderio di modificarsi e di affacciarsi alla vita, tuttavia questo sembra non essere sufficiente alla sua realizzazione. Solo nel momento in cui prenderà consapevolezza di se stesso, il cambiamento non sarà più solo voluto ma concreto e reale.
Raymond, nonostante viva il terzo tempo della sua esistenza, è realmente un esempio, qualcuno al quale guardare per ispirarci e permetterci così di buttare alle spalle tutti i pesi che trattengono.
Questo può essere un processo lento e complesso ma se affrontato in modo rigoroso e onesto (consapevole) può dare irrimediabilmente buoni risultati e probabilmente prima di quanto immaginiamo.
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